AICPE news - giugno 2020
AICPE - JOURNAL CLUB
Cari amici soci, in questo journal club ho voluto portare alla nostra attenzione un interessante articolo, recentemente pubblicato sulla rivista Aesthetic Plastic Surgery, che ha lo scopo di farci limitare le emorragie, una delle complicanze peri-operatorie più sgradevoli. Gli autori valutano, mediante l’analisi di dati anamnestici, l’efficacia del bleeding-score. Il test preoperatorio promette il riconoscimento, la gestione e la prevenzione di potenziali pazienti emorragici in chirurgia estetica.
Segue un breve riassunto dell’articolo redatto dall’autore Dott. Adriano Santorelli e mi rendo disponibile per fornirvi copia completa dell’articolo qualora interessati.
Il bleeding score, è stato associato in altre chirurgie ma mai in quella estetica per cui gli autori hanno apportato delle modifiche al test preoperatorio. Lo studio è stato diviso in due fasi:
uno studio retrospettivo su 163 pazienti ed uno studio prospettico su 223 pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia estetica. I risultati retrospettivi hanno mostrato che i pazienti con un basso indice di sanguinamento non hanno avuto complicanze emorragiche mentre, un paziente su tre, con indice medio-alto ha manifestato un’emorragia nell’immediato postoperatorio. Lo studio prospettico ha inoltre dimostrato che in tre pazienti con un indice tra 4 e 7 (rischio medio-alto), le analisi di II livello hanno confermato un rischio medio di incorrere in sanguinamento post operatorio; un paziente ha ottenuto un indice di sanguinamento pari a 9 per cui non è stato sottoposto ad intervento ed inviato ad un centro ematologico di riferimento sventando con ogni probabilità una emorragia postoperatoria. Da quando gli autori adottano tale protocollo non si sono più verificate complicanze emorragiche post chirurgiche. Il test riportato è affidabile, di rapida e
semplice acquisizione e di sicuro upgrade per la pratica in chirurgia estetica. Di seguito viene presentato il test preoperatorio da sottoporre al paziente che, per mezzo della media della sommatoria delle risposte acquisite, darà contezza del bleeding score. In merito al bleeding score rilevato viene anche presentata la scheda preoperatoria di richiesta esami ematochimici specifici.
I miei complimenti vanno ai bravi autori, approfitto per salutarvi, aspettiamo in redazione i vostri commenti e le preferenze di argomento per i successivi Journal Club.
Ernesto Maria Buccheri - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
TESTIMONIANZE DAI NOSTRI SOCI
Barbara Cagli
Tutto ha inizio con poche e confuse notizie provenienti da terre lontane, da Wuhan per l’esattezza… nella frenesia delle nostre giornate mi faceva comodo dare retta a chi diceva che era poco più di una semplice influenza, d’altronde erano famosi virologi ad affermarlo, chi meglio di loro...
E invece no, piano piano tutto cambia, chiudono le scuole, i negozi, i ristoranti poi i parchi fino ad arrivare al “lockdown” parola che oramai tutti conosciamo ed odiamo...
Il policlinico dove lavoro si attiva per contrastare l’emergenza, tutto cambia: vengono forniti DPI a tutti gli operatori, misurazione della temperatura corporea all’ingresso, distanziamento sociale, vietato l'ingresso ai parenti, divisori nelle sale di attesa, poltrone con seduta alternata, degenze con un solo paziente per stanza... sembrava di vedere un film ed invece era diventata la nostra vita reale.
La Breast Unit continua il suo lavoro senza mai interromperlo, paradossalmente implementandolo, visto che non tutti gli ospedali erano in grado di poter continuare la normale attività.
I primi giorni sono stati senza dubbio i più difficili, parlare con le mascherine, non poter dare la mano alle pazienti, lavare le mani continuamente, disinfettare il cellulare, tornare a casa e togliere sulla porta i vestiti con il timore di toccare i tuoi figli, avere costante paura di ammalarti sentendo ogni giorno che quel virus che non era poco più di un’influenza stava facendo perdere la vita a tanti colleghi e tanti tanti nostri cittadini.
Durante queste settimane, la sala operatoria è rimasta il momento più bello e “normale” della giornata lavorativa, uno dei pochi momenti in cui non devi pensare ad ogni tuo gesto ma solo indossare la maschera “speciale” ed operare ascoltando come sempre la tua musica preferita, l’unico posto insomma dove poter illudersi che la tua vita fosse quella di sempre.
Finito il lavoro ad un orario sicuramente più “normale” rispetto a prima della pandemia, ne iniziava però un altro, forse il più difficile, gestire la tua grande, amata famiglia, diventando nel mio caso soprattutto un insegnante, resuscitando una stampante praticamente mai usata, ricomprando cartucce rigorosamente a colori (i compiti in bianco e nero non sono di moda in questo periodo) e cedendo totalmente ai figli il tuo pc con il quale in teoria prima del COVID-19 lavoravi inondandolo di sessioni Zoom a tutte le ore e sperando ogni tanto di riuscire a partecipare ad uno dei mille webinar giornalieri...
Ma qualcosa di buono questo virus l’ha fatto? La mia risposta è un debole si, ma indirettamente, lui non ha alcun merito... un’aria così tersa e leggera la ricordavo solo da piccola in riva al mare, dal mio terrazzo vedo montagne che non sapevo nemmeno esistessero, arrivo a lavoro in pochissimo tempo senza traffico, io e mio marito, anche lui chirurgo, ceniamo per la prima volta tutte le sere con i nostri figli e sono riuscita finalmente a vedere una serie di Netflix...!
PS. Sicuramente dopo un periodo così difficile ognuno di noi avrà imparato qualcosa, ma, Caro Virus, cerca di lasciarci presto e sappi che non sentiremo mai la tua mancanza!
Barbara Cagli
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